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La catalogazione di musica, documenti sonori e libretti nell’evoluzione di SBN da Indice 1 a Indice 2: il recupero della Base dati Musica
Corso: Bergamo, 22-24 settembre 2004 e 6-8 ottobre 2004

 

Fiorella Pomponi
Le nuove norme di catalogazione della musica in SBN e lo stato dell’arte sui nuovi manuali di catalogazione in SBN

 

 

L’esigenza di predisporre una nuova edizione del Manuale di catalogazione musicale è scaturita durante il Corso organizzato dalla IAML-Italia a Brescia nell’aprile del 2002: si richiedeva un aggiornamento della parte descrittiva relativa a tutti i materiali, una guida alla catalogazione della musica, nei suoi vari supporti, in SBN e un nuovo testo di regole per la formulazione del titolo uniforme.

 

E’ stato dunque costituito il gruppo di lavoro IAML-Italia sul Manuale di catalogazione musicale, strutturatosi in quattro sottogruppi incaricati di redigere la normativa specifica per i diversi tipi di materiali musicali – manoscritti musicali, musica a stampa, libretti per musica e documenti sonori – mentre all’intero gruppo è stata demandata la stesura delle norme sul titolo uniforme e di quelle relative alle intestazioni, ai nomi nelle loro relazioni all’opera, all’espressione, alla manifestazione.

L’intenzione è quella di redigere un manuale di norme in generale e una guida specifica per l’ambiente SBN. E’ prevista una serie di appendici, alcune delle quali in fase di avanzata realizzazione, dedicate agli esempi, ad un glossario, alla forma di citazione per l’indicazione del catalogo tematico nel titolo uniforme, all’indicazione specifica della musica a stampa.

Fin dall’inizio della sua attività, il gruppo IAML-Italia ha preso contatti con la Commissione RICA per presentare il proprio programma e per segnalare alcuni problemi che la catalogazione della musica comporta. Nel corso di una riunione tenutasi a Roma nel marzo 2003, la Commissione si è dimostrata estremamente disponibile a uno scambio di informazioni e molto interessata al problema del Titolo uniforme, richiedendo una esauriente documentazione. Ciò spiega per quale motivo il primo documento portato a termine dal gruppo di lavoro è proprio quello sul titolo uniforme, ultimato in questi giorni. Alla sua preparazione hanno contribuito colleghi appartenenti ai vari sottogruppi e questo ha in qualche modo rallentato la redazione delle altre parti del manuale. Il testo sul titolo uniforme è attualmente all’esame di tutti i partecipanti al gruppo di lavoro e dopo eventuali correzioni e suggerimenti, verrà inviato all’ICCU per essere inoltrato anche alla Commissione RICA, in modo che possa essere oggetto di discussione in una delle prossime riunioni (si spera tra ottobre e novembre 2004).

 

Titolo uniforme musicale. Le regole sono state redatte tenendo conto della tradizione italiana e di quanto è stato fatto in campo internazionale: le regole AACR2, per quanto riguarda il mondo anglosassone, le norme AFNOR in Francia, le RAK- Musik in Germania. Si continua inoltre a seguire con particolare attenzione il dibattito sul progetto VIAF (Virtual International Authority File) dell’ IFLA in cui trova spazio anche il tema del Titolo uniforme. Nel modello FRBR, infine, sono stati individuati alcuni elementi rilevanti ai fini della redazione della stringa del titolo uniforme musicale, e precisamente:

  • attributi dell’opera: Titolo – Forma – Mezzo di esecuzione – Designazione numerica – Tonalità – Data
 
  • attributi dell’espressione: Mezzo di esecuzione (elaborazioni, realizzazioni, interpretazioni) – Lingua (traduzioni).

Il documento definisce gli elementi utili per l’elaborazione di un titolo uniforme o di raggruppamento per il materiale musicale, precisa la forma di questi elementi e il loro ordine all’interno della stringa; distingue gli elementi indispensabili per lo scambio e quelli che hanno rilevanza per la politica di catalogazione dell’istituzione che cataloga. Per quanto riguarda la punteggiatura che separa i singoli elementi, a differenza delle regole attualmente vigenti, il gruppo propone: l’uso di punto e spazio per separare gli elementi del titolo; l’uso di due punti, spazio per separare il titolo subordinato o dell’estratto; l’uso di virgolette per l’appellativo. Si chiarisce che le uniche abbreviazioni previste sono l’indicazione maggiore e minore per la tonalità. A chiusura del capitolo introduttivo si elencano, in ordine decrescente di validità, i sussidi bibliografici cui fare riferimento per la redazione del titolo uniforme, qualora l’analisi del documento non sia sufficiente a determinare la forma originale del titolo di una composizione.

Seguono alcuni criteri per determinare la scelta dellelemento iniziale del titolo, la definizione di titolo distintivo e di titolo generico e le regole per la loro trascrizione. Per le composizioni con un titolo generico (di solito corrispondente a un nome di forma musicale o liturgica) vengono indicati gli elementi di identificazione e qualificazione da trascrivere: il mezzo di esecuzione, gli elementi d’identificazione numerici (numero d’ordine, di catalogo tematico o d’opera), la tonalità o il modo, l’appellativo, che si riporta nel titolo uniforme solo quando gli altri elementi di identificazione sono insufficienti.

Per quanto riguarda il mezzo di esecuzione, l’organico viene omesso nel caso di titoli distintivi, a meno che non sia necessario per identificare due composizioni diverse dello stesso autore. Nell’ambito della musica strumentale, in presenza di un titolo generico, si indicano non più di nove strumenti. Nel caso siano presenti quattro o più strumenti diversi appartenenti alla stessa famiglia, si riporta il nome della famiglia seguito dal numero complessivo degli strumenti trascritto fra parentesi rotonde; il numero degli strumenti può essere ovviamente omesso qualora sia implicito nel titolo, ad esempio:

  • archi (4), fiati (4), pianoforte
              Nota: in questo caso, trattandosi di nove strumenti, si può scegliere di trascriverli singolarmente;
 
  • Quartetti. archi;
 
  • Quintetti. clarinetto, archi.

Nel documento viene anche indicato un ordine di presentazione degli organici – sia che si usi la formulazione per esteso sia che si indichino le famiglie vocali o strumentali.

Paragrafi particolari sono dedicati al titolo uniforme per le Messe, per le composizioni facenti parte di un insieme, per gli estratti. Sono state inoltre elaborate norme anche per la redazione di titoli uniformi costruiti (per le composizioni con un titolo non significativo o che rinvia a una forma non uniformemente definita nelle fonti), di titoli uniformi collettivi, di titoli uniformi per le composizioni basate su altre composizioni o temi preesistenti, per gli arrangiamenti le trascrizioni, le elaborazioni ed altro.

 

Manoscritti musicali. Il sottogruppo, coordinato da Massimo Gentili-Tedeschi, sta predisponendo uno standard descrittivo mutuato dallo standard ISBD. L’analisi del formato ISBD(A) e la struttura dell’Indice 2 di SBN sono stati la base di partenza di questo lavoro che, lasciato in sospeso per la preparazione delle norme sul titolo uniforme, riprenderà al più presto.

 

Edizioni musicali. Il sottogruppo, coordinato da Marcoemilio Camera, sta predisponendo un testo per la catalogazione in SBN utilizzando come base lo standard ISBD(PM), ampliandone però il numero e la casistica delle esemplificazioni, anche per favorire un approccio omogeneo alla catalogazione partecipata. Il gruppo segue con particolare attenzione la discussione sulle proposte IFLA di revisione dello standard ISBD(PM), sulle quali Federica Riva ha elaborato una serie di puntuali osservazioni, presentate e in buona parte recepite dall’omonimo gruppo di lavoro IAML riunitosi per rispondere alla proposta IFLA (Oslo, agosto 2004).

Come già accennato in altri contesti, la fusione della base-dati Musica in Indice 2 ha posto in luce la necessità di adeguare alcune prassi adottate in passato per la catalogazione della musica a stampa con la procedura off-line SBN-Musica, alle indicazioni esistenti per i materiali librari in SBN, come dimostrano i due esempi seguenti:

Edizione e ristampe: in SBN un’edizione è generalmente rappresentata da un singolo record bibliografico che include, a livello locale, le diverse ristampe di quella edizione. La musica a stampa pone invece al catalogatore il problema di riconoscere e distinguere documenti appartenenti sì ad una stessa edizione ma a ristampe molto distanti tra loro nel tempo, in quanto le stesse lastre potevano essere utilizzata per stampare in un arco di tempo molto ampio.

Datazione: In passato la data del timbro a secco è stata utilizzata come data di pubblicazione, il che ha comportato un alto numero di duplicazioni di record. Poiché la data del timbro a secco non differenzia propriamente diverse edizioni, essa non va essere trascritta nell’area della pubblicazione.

 

Libretti per musica. In seguito alle riflessioni scaturite dalla catalogazione in base dati Musica di SBN di circa 9.000 libretti del Conservatorio di musica ‘San Pietro a Majella’ di Napoli, Tiziana Grande, coordinatrice del sottogruppo, ha indicato le linee programmatiche di una “Guida, in cui siano definite chiaramente le particolari caratteristiche dei libretti per consentirne il riconoscimento (individuazione dell’unità bibliografica); siano definite le varie parti del libretto che necessitano di un autonomo trattamento catalografico (individuazione dell’unità catalografica); sia proposta una normalizzazione dei dati oggi mancanti e che, omessi in altri tipi di materiali librari, necessitano invece di un rilevamento per i libretti; sia riprodotta un’ampia casistica di esempi accompagnata da uno schema a griglia che, area per area, riporti gli elementi da trascrivere e la forma in cui trascriverli, la citazione degli specifici riferimenti normativi, i possibili collegamenti (notizie e/o nomi) e le eventuali note”.

Cfr. Tiziana Grande, Libretti per musica, 11. Convegno annuale IAML-Italia, Bologna, 7 maggio 2004. Vedi anche Tiziana Grande, La catalogazione dei libretti , La gestione della musica e dei libretti nella base-dati Musica del Servizio Bibliotecario Nazionale (SBN) – Corso IAML italia: Brescia, 17-20 aprile 2002Mauro Amato al corso di catalogazione, Bergamo 2004 .

 

Documenti sonori. Il testo relativo alla descrizione dei documenti sonori, basato su ISBD(NBM), è quasi ultimato mancando oramai soltanto il paragrafo sulla descrizione a più livelli e l’appendice con gli esempi. Per quanto riguarda la catalogazione in ambito SBN, il sottogruppo intende partire dal documento di Giuliana Bassi, Daniela Simonini e Maria Laura Troncossi, tre colleghe del Polo di Ravenna due delle quali (Bassi e Simonini) fanno parte del gruppo di lavoro. La guida alla catalogazione in SBN per le registrazioni sonore dovrebbe scaturire dalla fusione di due documenti da loro redatti. A breve è previsto un incontro con l’ICCU per esaminare alcuni dei problemi emersi, tra i quali si segnalano:
Numero standard o numeri identificativi: sono necessari nuovi codici in quanto per questo tipo di materiale si trovano molteplici numeri standard o identificativa, a volte compresenti, quali il numero di etichetta discografica, ISWC, EAN, UPC. Sarà inoltre opportuno decidere come trascrivere le sigle alfabetiche dell’etichetta discografica che precedono o seguono il numero standard.

Documenti in più parti: il sottogruppo propone di riservare la catalogazione a livelli solo ai documenti che, pur costituiti da più supporti, siano racchiusi in un contenitore con un titolo d’insieme ma abbiano ciascuno un titolo particolare.

Titoli T e N: occorre definire il loro trattamento.

Per quanto riguarda le regole sulle registrazioni sonore, rimando ogni altra considerazione alla mezza giornata di esercitazioni e di approfondimento durante il corso. Vorrei chiudere sottolineando come, almeno per me, il confronto con altri colleghi sia personale, sia attraverso l’analisi del documento che traspare dalle scelte operate nelle registrazioni bibliografiche SBN, costituisca motivo di continua riflessione e quindi di crescita professionale. Ed è quello che mi aspetto anche da questo corso.

 


© IAML Italia – 2004
ultimo aggiornamento: 22 ottobre 2004

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